Il 16 settembre 1495, dietro proposta del Vescovo della Sabina, Papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia, pubblicò un decreto con il quale veniva spostata la cattedrale dei sabini dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie in Vescovìo a quella di San Liberatore presso Magliano. Questo documento suscitò l’indignazione di tutti i villaggi e i castelli attorno a Vescovio i quali, capitanati dalla potente famiglia Orsini da tempo in lotta contro il Papato, si ribellarono a tale decisione. In mezzo a tali disordini, gli abitanti del Castello di San Polo, per impedire che importanti reliquie custodite a Vescovio fossero trasportate nella nuova cattedrale di Magliano, se ne impadronirono. Fu allora che Il Papa, in risposta a questo sacrilego furto, scagliò contro il piccolo borgo di San Polo l’interdetto. Quando dopo diversi anni Papa Alessandro VI morì, venne eletto Giulio II, il papa guerriero che, completamente impegnato a restaurare la potestà di Roma, si dimenticò completamente del Castello di San Polo e dell’interdizione dei santopolani. Così la popolazione continuò per molti anni a vivere senza sacramenti, praticamente scomunicata …. Fino a quando non intervenne la Madonna. L’apparizione di Maria, avvenuta 500 anni fa sotto un albero di noci, liberò il Castello dall’interdizione e riavvicinò i peccatori di San Polo alla Chiesa. Da allora, ogni anno nel mese di giugno, si celebra questo evento e i Santopolani, dopo tre giorni di penitenza accompagnano San Barnaba in processione lungo le vie del paese. Attraverso i racconti di Don Carmelo e degli abitanti del borgo si rivive un momento storico importante e ricco di tradizioni.