L’estrema punta meridionale della nostra penisola, la Calabria, è sottilmente divisa dalla vicina Sicilia da uno stretto braccio di mare che, per quanto angusto, ha abbondantemente nutrito le fantasie letterarie di numerosi scrittori e le curiosità esplorative di molti studiosi. La singolare natura delle acque dello Stretto, caratterizzata dalla confluenza delle correnti dello Ionio e del Tirreno, si mostra pienamente nella straordinarietà dei suoi fondali e dei suoi abitanti. La mescolanza di questi mari ha favorito la formazione di un habitat esclusivo e rigoglioso, unico nel Mediterraneo.
L’incontro-scontro delle correnti ha generato, invece, nelle menti letterarie, l’idea di una macabra potenza delle acque dello Stretto, che ha preso forma nella leggenda di Scilla e Cariddi. Insieme al mito, poi, sopravvivono, numerose testimonianze il fondo al mare dello Stretto, dove giacciono numerosi relitti di navi, affondate in circostanze misteriose.
Non hanno paura, invece, i pescatori che in quelle acque sono cresciuti, e proprio lì sono diventati uomini. Loro hanno imparato a parlare con il mare, a trarne giovamento, senza però comprometterlo, anzi, insegnando ai loro figli il rispetto per la vita nello Stretto.